La sostenibilità si lega al valore: intervista ad Anna Soatto, "Corriere Imprese", 21 giugno 2021.

Temi e Contributi
30/06/2021

Anna Soatto, avvocato e partner di Cortellazzo&Soatto, si occupa di diritto commerciale e societario e ha maturato una significativa esperienza nelle operazioni straordinarie al fianco di imprese pubbliche e private.

Una percentuale molto elevata di aziende fino a oggi ha considerato l'adeguamento ai criteri ESG un fattore più che altro reputazionale (oppure obbligatorio nei settori in cui vi sono normative specifiche): come si può agire perché diventi un approccio stabile e duraturo, legato alla competitività stessa dell'azienda?
«È indispensabile che la sostenibilità permei in profondità l'organizzazione aziendale e guidi i processi decisionali, maturando la consapevolezza che sostenibilità e valore aziendale sono indissolubilmente legati. Oggi le aziende sono misurate sulla capacità di dare risposte agli stakeholder (dipendenti, clienti, consumatori finali, finanziatori, investitori, istituzioni) anche in merito alla sostenibilità delle politiche di approvvigionamento, produzione, distribuzione e consumo. Le aziende che hanno come valore fondante lo sviluppo sostenibile diventano più competitive, perché riescono ad agevolare la realizzazione di progetti che hanno impatto sul territorio, attirare capitali e investimenti, aumentare la produttività, diminuire i rischi ambientali e operativi e sono attrattive per i dipendenti, soprattutto giovani».

Per molti imprenditori (e non solo) il concetto di sostenibilità si esaurisce nella cosiddetta parte green, cioè l'adozione di accorgimenti produttivi e operativi che siano più rispettosi dell'ambiente rispetto al passato. Cosa vogliamo dire, invece, relativamente all'importanza di una maggiore sostenibilità nella governance aziendale (vedi caso virtuoso di Mafin)?
«Per un'impresa che voglia essere sostenibile si pone la necessità di concepire i prodotti in modo da ridurre l'impatto sull’ambiente e andare incontro ai bisogni insoddisfatti della società, ma allo stesso tempo di identificare gli strumenti per incidere nell'organizzazione. Per assicurare il cambiamento è indispensabile che la sostenibilità sia integrata nelle decisioni strategiche di crescita dell'impresa. A livello di governance possono essere introdotti, a seconda delle sue dimensioni, Chief Sustainability Officer o comitati endoconsiliari, con il compito di garantire che le attività siano sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale, operando in modo traversale con la direzione, i dipendenti, i clienti, gli azionisti. Gli obiettivi della sostenibilità (riduzione delle emissioni, riduzione degli infortuni, introduzione di prodotti a valenza socioambientale, investimenti con indici ESG) possono inoltre trovare spazio negli schemi di remunerazione degli amministratori. Ancora, a livello costitutivo si possono citare le cosiddette "società benefit" che perseguono congiuntamente finalità di profitto e di beneficio comune. Oppure pensiamo al trasferimento di parte del capitale a trust o a fondazioni d'impresa (che operino per il bene comune nel territorio di riferimento, per il sostegno di altre imprese o per cause sociali o ambientali). In questo modo, ne è un esempio Mafin, si assicura la protezione nel tempo dei valori impressi dal costituente, con la continuità necessaria per mantenere il patrimonio e la conoscenza dell'impresa nel territorio. Anche la riforma degli Enti del Terzo Settore può aprire prospettive, perché le fondazioni possono essere qualificate come Enti Filantropici e godere dei benefici previsti».

In generale, dal vostro angolo visuale le aziende del Nordest hanno nel loro Dna un'attenzione marcata ai criteri sociali, in particolare nei confronti del territorio in cui operano?
«Gli imprenditori del Nordest sono generalmente consapevoli di essere attori significativi nel contesto territoriale in cui operano, che la forza e la conoscenza dell'impresa deriva dal contributo di chi vi lavora e va di pari passo con la crescita professionale e la realizzazione personale dei dipendenti; pertanto hanno un'innata sensibilità per il benessere del territorio nel cui ambito l'impresa ha potuto svilupparsi».

Nel concreto, voi come consulenti di fiducia come potete accompagnare le aziende nel processo anche di crescita culturale che conduce a una piena consapevolezza di questi argomenti?
«Per promuovere il successo sostenibile di un'impresa si parte dall'ascolto, dal cogliere sensibilità già presenti e implementare buone pratiche spesso già in essere. Il processo di crescita si alimenta tramite le opportunità derivanti dai cambiamenti significativi nel mondo della finanza e con l'adozione di modelli di governance da cui discendano procedure e pratiche manageriali volte a coniugare la crescita aziendale con le istanze sociali e ambientali, in una prospettiva di protezione dell’impresa dai rischi e di attrazione di risorse, anche attraverso un approccio di consulenza multidisciplinare».