Brevi note in tema di impostazione delle analisi di sensitività nell’ambito dei piani di risanamento

Temi e Contributi
25/06/2013

Nell’attuale contesto macro-economico generale è sempre più frequente il ricorso, da parte dell’imprenditore in stato di difficoltà, pre-crisi o crisi conclamata, all’elaborazione di piani strategici, industriali ed economico-finanziari finalizzati a descrivere il processo di risanamento in atto e ad analizzare l’impatto di determinate scelte imprenditoriali, di natura straordinaria, industriale o finanziaria, sui risultati attesi in un determinato arco temporale di riferimento.

Nell’ambito di detto articolato processo, che nel caso di ricorso a piani attestati ai sensi dell’art. 67 o dell’art.182 bis L.F. si conclude con la sottoscrizione di un accordo di ristrutturazione con gli istituti di credito finanziatori e/o con gli eventuali altri creditori, è opportuno che l’estensore del piano proceda ad effettuare una circostanziata analisi di sensitività sul piano, sia al fine di guidare la relativa fase negoziale di approvazione sia al fine comprenderne la rischiosità.

Per analisi di sensitività sul piano si intende quell’attività volta a comprendere gli impatti economico-patrimoniali e soprattutto finanziari di andamenti delle principali variabili del piano diversi rispetto a quelli previsti, al fine di comprendere se, anche in ipotesi di stress, il piano medesimo conservi la propria tenuta prospettica e sia, comunque, in grado di rispettare i covenant di solito presenti nell’accordo di ristrutturazione e le altre eventuali obbligazioni assunte nei tempi previsti.

Tale attività, prevalentemente svolta mediante l’utilizzo dei file excel di pianificazione, che quindi deve essere sufficientemente articolato per permetterne l’esecuzione, si concretizza nello sviluppo di indagini volte a capire quale sarà il flusso di cassa al servizio del debito e la configurazione che assumerà la struttura delle fonti, operative, onerose e di capitale di rischio in ipotesi di:

  • mancata, o tardiva, realizzazione degli eventi o delle azioni di natura straordinaria previste dal piano di risanamento a causa del verificarsi di circostanze inattese, sia sotto il profilo del comportamento degli amministratori e/o del responsabile dell’esecuzione del piano che sotto il profilo del comportamento di soggetti terzi coinvolti, a vario titolo, nel piano (si pensi in quest’ottica ai soci, allorquando sia loro richiesto un aumento di capitale sociale, a eventuali promissari acquirenti o venditori di asset di cui è prevista la dismissione o l’acquisto, al personale dipendente, in caso di previsioni di incremento della produttività aziendale, ai fornitori ed ai clienti, in caso di assunzioni in ordine ad allungamento dei tempi di pagamento o contrazione dei tempi di incasso, ad alcune pubbliche amministrazioni o istituzioni pubbliche, in caso di ipotesi che prevedano il loro coinvolgimento nelle fasi autorizzative di determinate attività, ecc.);
  • sensibili mutamenti delle ipotesi di natura industriale ed economica e della loro evoluzione attesa nel tempo, sia sotto il profilo dei volumi di attività che sotto il profilo dei prezzi di vendita dei beni e servizi alla cui produzione o scambio è diretta l’attività e/o sotto il profilo dei prezzi di acquisto dei principali fattori produttivi, e quindi, indirettamente, sensibili mutamenti del margine operativo lordo;
  • sensibili mutamenti delle ipotesi di natura finanziaria, quali in particolare quelle legate a possibili significative modifiche dei tempi di incasso o pagamento della gestione operativa e/o dei tassi di interesse utilizzati nella manovra di ristrutturazione dell’indebitamento e, in via residuale, quelle conseguenti a possibili ulteriori rotture dell’equilibrio derivanti dal mancato rispetto di covenant su singole obbligazioni o impegni sottoscritti o sottoscrivendi.

Lo sviluppo operativo dell’analisi deve essere preceduto da una fase volta all’individuazione dei suoi livelli di significatività con l’obiettivo, da un lato di orientare nella scelta delle variabili sulle quali operare i test ritenuti più significativi e nella definizione dell’ampiezza degli “scostamenti iniziali ipotizzabili” da prevedere rispetto agli input posti alla base del piano, dall’altro di definire la consistenza degli “scostamenti finali tollerabili” e quindi di agevolare la valutazione dell’ampiezza, ricorrenza e pericolosità delle rotture dell’equilibrio che inevitabilmente si manifesteranno in determinate ipotesi e che incideranno sul giudizio in ordine alla tenuta prospettica del piano ed alla sua rischiosità.

Nella definizione del range degli “scostamenti iniziali ipotizzabili” per ciascun input selezionato ai fini dell’analisi (quindi, teoricamente, tutti gli input ed ipotesi del piano) sembrerebbe opportuno basarsi, laddove possibile in relazione alle informazioni di cui si dispone, su fondamenti di natura probabilistica anche se la loro corretta quantificazione è spesso molto difficile ed in taluni casi impossibile; è evidente infatti che una qualsiasi variabile elementare utilizzata nel piano potrà evidenziare, rispetto ad un determinato valore iniziale, diversi valori attesi, sia superiori che inferiori ad esso, ma è altrettanto evidente che la probabilità che detti valori attesi si verifichino in futuro, e quindi si discostino in misura significativa rispetto al valore iniziale, è certamente diversa da caso a caso ed è inversamente correlata all’ampiezza dello scostamento ipotizzato ed alla sua tempistica e dinamica di manifestazione.

Nella definizione del range degli “scostamenti finali tollerabili”, attività finalizzata ad individuare i limiti al superamento dei quali si possa considerare verificata la rottura dell’equilibrio del piano, sembra opportuno considerare oltre ad elementi di natura quantitativa quali quelli legati ad aspetti contrattuali specifici o dettati dalla normativa civilistica e quelli connessi ai livelli ed all’intensità dei covenant previsti dall’accordo di ristrutturazione in corso di negoziazione, anche concetti di materialità tipici delle attività di revisione legale sebbene quest’ultimi spesso risultino troppo stringenti in relazione alle finalità dell’analisi o ampiamente superati dai predetti elementi quantitativi di natura contrattuale o legale.

Tenuto conto del fatto che gli “scostamenti iniziali ipotizzabili”, che costituiscono gli input dell’analisi di sensitività, è opportuno siano quantificati sulla base di assunzioni di natura probabilistica appare logico ritenere che anche l’interpretazione dei risultati dell’analisi ed il confronto di quest’ultimi con gli “scostamenti finali tollerabili” vada condotta tenendo in debita considerazione le probabilità di effettiva manifestazione dello scenario di volta in volta ipotizzato.

Sempre sotto il profilo operativo, gli stress test pianificati e condotti nel corso dello sviluppo dell’analisi potranno inoltre interessare, di volta in volta, sia singole variabili disgiuntamente che più variabili congiuntamente; è evidente che le possibili combinazioni di risultati sono innumerevoli e non appare quindi possibile individuare un modus comportamentale sistematico ed utilizzabile in tutte le circostanze.

Di volta in volta, quindi, l’estensore del piano, nella scelta dell’impostazione logica dell’analisi di sensitività, dovrà fare esclusivo riferimento alla propria percezione della specifica situazione e dovrà decidere se condurre test a variabile singola o a più variabili, ad uno o più livelli.

Al riguardo, risulta evidente come qualora si utilizzino ipotesi troppo pessimistiche ovvero si assumano esclusivamente ipotesi negative in analisi a più variabili o a più livelli, i risultati potrebbero manifestare frequenti situazioni di rottura dell’equilibrio ed evidenze di gravi difficoltà di tenuta prospettica del piano.

Tenuto conto delle esperienze maturate in ambito di pianificazione in situazioni di crisi e dell’approccio metodologico descritto, emerge come già in fase di impostazione del modello excel di piano si debba considerare quali potranno essere le analisi di sensitività che in futuro si renderà necessario eseguire, sia a favore di beneficiari interni all’azienda (imprenditore, responsabili di funzione, ecc.) che a favore di beneficiari esterni (es. banche e portatori di capitale di rischio), in modo tale da predisporre un’adeguata struttura degli input, o tabella delle ipotesi, che, debitamente collegata ai prospetti di dettaglio e di sintesi del piano stesso, consenta un’agevole esecuzione dell’analisi ed una agevole interpretazione degli scostamenti rilevabili. In talune circostanze infatti potrà verificarsi che, nel corso della fase di negoziazione della manovra finanziaria o dell’accordo di ristrutturazione, talvolta anche nei giorni immediatamente precedenti la sottoscrizione degli accordi medesimi, vengano modificate, concordemente fra le parti, alcune delle ipotesi assunte nella formazione del piano e venga richiesto all’estensore di verificarne in tempi brevissimi l’impatto sulla sua tenuta prospettica: in tali situazioni, avere a disposizione un modello excel correttamente strutturato ed aver già condotto un’approfondita analisi di sensitività nelle fasi precedenti, consentono una pronta risposta e facilitano una chiusura consapevole dell’accordo.

a cura di: 

dott. Salvatore Basile

pubblicato su:

C&S Informa, volume 14, numero 3 anno 2013